Data un’attività lavorativa, di qualsiasi natura, il rischio ergonomico è connesso all’inadeguatezza dell’insieme delle sue condizioni operative, in raporto alle caratteristiche ed ai bisogni degli operatori e alle specificità, e dunque agli obiettivi, dei compti loro assegnati. La valutazione dei rischi di natura ergonomica richiede quindi di considerare tutti i fattori del contesto di lavoro che possono alterare lo stato di benessere psico-fisico degli operatori e/o ridurre l’efficienza complessiva del sistema di lavoro costringendo a modalità di esecuzione dei compiti non ottimali. Si tratta, infatti, di valutare l’interazione fra le persone e le situazioni di lavoro, considerando fattori di natura tecnica, organizzativa e sociale, al duplice scopo di impiegare al meglio le capacità e abilità umane e tutelare la salute e il benessere degli operatori.
Essendo il principio basilare dell’ergonomia quello dell’adattamento ottimale del lavoro alle caratteristiche psicofisiologiche dell’uomo, la valutazione del rischio ergonomico richiede di:
- individuare tutte le componenti hard e soft del contesto di lavoro col quale gli operatori stabilisono un’interazione;
- conoscere obiettivi e modalità di esecuzione dei compiti;
- considerare caratteristiche e comportamenti degli operatori.
Sulla base del complesso di tali dati, la valutazione è volta ad individuare se sussistono, e in questo caso quali sono, le condizioni di contesto che risultano poco rispondenti alle caratteristiche e ai bisogni degli operatori, in rapporto agli specifici compiti da attuare. Gli elementi da considerare sono, quindi, di natura eterogenea, includendo, ad esempio: metodi di lavoro, manipolazioni e movimenti necessari, posture e sforzi richiesti, sequenza e frequenza dei compiti, ciclicità delle operazioni, ritmi di lavoro e tempi di recupero, turni, rotazioni, caratteristiche funzionali, morfologiche e dimensionale delle attrezzature impiegate, dispositivi di protezione individuale necessari, salari e incentivi, regole scritte o consuetudinarie, condizioni ambientali, clima sociale e rapporti fra le persone, pressione psicologica, ecc. Ciascuno di questi fattori può assumere un peso diverso nel determinare l’adeguatezza delle condizioni di svolgimento delle attività dal punto di vista ergonomico. Per questa ragione è opportuno predisporre protocolli di valutazione del rischio ergonomico centrati sulle specificità dei diversi contesti produttivi, allo scopo non solo di rilevare i rischi ma, soprattutto, di risalire alle loro cause, così da poter individuare soluzioni tecniche e organizzative ottimali per lo specifico contesto operativo.